Opinioni

Le azioni di Apple sono attualmente in calo (in controtendenza alla popolarità).
C’è chi dice che l’azienda sia in sofferenza perché da troppo tempo in assenza di un prodotto clamoroso/vincente.
Ma d’altra parte c’è invece chi asserisce che ciò di cui avrebbe maggiormente bisogno sarebbe di un ‘prodotto fallimento’, qualcosa cioè di strepitosamente ‘sbgaliato’.
Ipotesi che trovo estremamente intrigante.

Andando a rivedere la storia di Apple, infatti, è vero che l’azienda ha lanciato prodotti e servizi innovativi e di grandissimo successo, ma è pur vero che negli anni ha collezionato anche diversi flops.
È piuttosto noto che Apple non sia mai stata costantemente vincente e questo suo up and down pare essere la condizione indispensabile per il raggiungimento del suo successo.

Ora invece è come se l’attuale Apple post Jobs si stesse muovendo diversamente, come una ‘qualsiasi’ grande azienda che ha paura di un passo falso, concentrata più sugli utili che su un ‘ideale creativo indipendente’.
Ma l’innovazione non sempre o non sempre subito si rivela di successo, necessita di una profonda visione, di grande coraggio e forse di libertà. Spesso porta a qualcosa di inaspettato ma che a volte ha bisogno di essere metabolizzata o rielaborata prima di poter essere ‘acquisita’.

D’altra parte, non è stato forse lo stesso Steve Jobs, durante il suo celebre discorso a Stanford nel 2005 (“Stay Hungry, Stay Foolish”) a dire che nella vita le sconfitte sono le svolte migliori?
Perché costringono a pensare in modo diverso e creativo.

Secondo un recente rapporto di Aberdeen Group, l’allineamento degli obiettivi di marketing con quelli dell’area commerciale è una strategia fondamentale per molte organizzazioni che creano reddito e mirano alla crescita del numero dei propri clienti.

 

Organizzazioni mal allineate stanno rapidamente cadendo dietro i loro concorrenti nelle zone critiche di crescita del fatturato.

 

Ma non c’è assolutamente alcun motivo per cui ogni organizzazione non dovrebbe essere in grado di raggiungere un elevato livello di collaborazione e allineamento tra le vendite e  il marketing.

 

Tutto ciò che serve è la forza di volontà di gestione e la determinazione di vedere la produttività delle vendite come il ritorno sugli investimenti di marketing.

A fronte di un periodo di crisi occorre cambiare modo di pensare e di operare.

Se il rinnovamento è comunque sempre un segnale di intelligenza, diventa fondamentale a fronte di un periodo di crisi.

In termini di tempo e di energie spese, è assolutamente inutile oltrechè costoso conservare il proprio modello di business inalterato.

Tutte le attività, le cause, le campagne pubblicitarie risultano inutili perchè non cambieranno nulla.

Occorre rinnovarsi senza paura, capire quali possono essere le opportunità che il nuovo scenario offre, e quali le strade percorribili.

Ora più che mai nel marketing aziendale occorre lavorare sulla rassicurazione.

Tenere presente infatti, che il consumatore, rispetto al passato, tende a consumare di meno e necessita di maggiori rassicurazioni rispetto al prodotto acquistato e al suo valore.

È importante trasmettere le qualità ed il valore del prodotto e i vantaggi dell’acquisto.

Questo significa che occorre far leva su tutti gli elementi, anche soggettivi che influiscono sulla percezione finale del valore.

Il consumatore, intento a rsiparmiare, è più propenso a testare nuovi prodotti/servizi.
Questo crea inevitabilmente maggiori opportunità per le aziende, ma allo stesso tempo è forte il rischio di perdere clienti fidelizzati.

Questo implica una cura maggiore verso i propri clienti ma anche… un’attenzione strategica verso i nuovi.

 

(Approfondimenti: http://www.marketinginbocconi.com/)